Dietro lo scatto: fotografare il Quetzal
Questa immagine è stata scattata in una foresta del Costarica situata nella zona di Salamanca, a circa 2.600 metri di altitudine. Si è trattato di un momento eccezionale – condiviso con altri compagni di viaggio. Il Quetzal è un uccello mitico, estremamente elusivo e difficile da immortalare. In questo caso siamo stati fortunati: la nostra guida e fotografo Yehudi Hernandez ha ricevuto la segnalazione da parte di un amico di un evento del tutto straordinario: la nidificazione di una coppia di Quetzal nel mese di settembre. Questi uccelli di solito nidificano a primavera (marzo-aprile) e questo è il primo caso del genere registrato in Costarica.
L’attesa nei pressi del nido, scavato nel tronco di un albero, è durata circa 4 ore, immobili, in una fresca foresta tropicale avvolta dalle nubi. Alla fine un lampo luminescente si è presentato ai nostri occhi, illuminando di bagliori verdi, azzurri e vermigli l’atmosfera grigia e nebbiosa della foresta. Il Quetzal è rimasto posato sul ramo, nei pressi del nido e col cibo per i piccoli nel becco, per tre interminabili minuti. Saranno stati gli scatti a raffica e la comprensibile eccitazione del gruppo a disturbarlo, ma il volatile è scomparso con la stessa velocità con cui era apparso, senza purtroppo tentare l’approccio al nido, cosa che ci avrebbe consentito di scattare altre formidabili immagini.
D’accordo con le guide abbiamo deciso di allontanarci per non mettere a repentaglio la sopravvivenza della prole, che si sentiva cinguettare furiosamente dall’interno del tronco. Poco sotto potete vedere l’immagine della femmina, sorpresa un paio d’ore prima con la testa fuori dal nido, in attesa dell’arrivo del maschio con il pranzo.
Dal punto di vista tecnico la difficoltà maggiore nel fotografare il Quetzal consisteva nella scarsa luminosità. Fino a un paio di ore prima il sole filtrava tra i rami e la scena (o meglio il ramo su cui verosimilmente il Quetzal si sarebbe posato) era ben illuminato. Tuttavia il sole che filtra tra i rami rappresenta una pessima condizione di ripresa, perchè la vegetazione viene illuminata a chiazze. L’abbassarsi delle nuvole ha reso le cose più difficili ma ha contribuito a creare una fantastica atmosfera morbida e ovattata.
Qui di seguito potete vedere i due scenari, col sole che illumina lo sfondo e con la foresta immersa nelle nuvole
Con che focale scattare? la decisione doveva esser presa in anticipo. Una possibilità sarebbe stata quella di montare il moltiplicatore sul 300 mm, abbinandolo ad una reflex APS come la Canon 7D2 oppure 1DMK4. Questo avrebbe comportato un maggior ingrandimento del soggetto ma anche una penalizzazione in termini di luminosità (f. 5.6) costringendo ad aumentare gli ISO fino a valori inaccettabili o ad utilizzare il treppiedi. Alla fine la decisione è caduta sulla 5D3 (full frame) e sul 300 mm f.2,8 utilizzato a Tutta Apertura, a mano libera e a ISO 2000 con un tempo di scatto “sicuro” di 1/500 sec. In questo modo è stato possibile mantenere una elevata mobilità (non vi era certezza sul “dove” l’uccello si sarebbe posato), una maggiore sfocatura dello sfondo e un’angolo di campo adatto ad una buona descrizione dell’ambiente, senza compromettere la visibilità del soggetto. Preferisco infatti le immagini ambientate ai ritratti ravvicinati, quando si parla di fauna selvatica.
Il Quetzal è un uccello meraviglioso, e questo incontro ravvicinato si candida per entrare nella top ten delle mie personali emozioni, in ambito naturalistico.