Dietro lo scatto: cavalli in corsa con reflex o smartphone?
Vediamo questa volta due immagini realizzate nel corso di un workshop in Camargue: Davide e sua moglie Carmen hanno scattato più o meno dalla stessa posizione e nello stesso momento con strumenti estremamente diversi, una reflex e un cellulare.
Davide scrive: “dopo aver scattato a lungo col teleobiettivo ho deciso di riprendere una scena più ambientata montando il mio 16-35 mm sulla la Canon EOS 6D. Date le modeste prestazioni velocistiche di questo modello e l’ampia Profondità di Campo garantita dall’uso di uno zoom grandangolare, ho pre-impostato la messa a fuoco disaccoppiando l’AF dal pulsante di scatto e ho scelto una sensibilità ISO (400) che mi garantisse un tempo di posa sufficientemente veloce da congelare l’azione (1/1000s). Alle 20:25 il sole era basso sull’orizzonte alle mie spalle avvolgendoci con una calda illuminazione. Per non rischiare di bruciare neanche minimamente il manto bagnato dei cavalli, consapevole che il sensore della 6d recupera le ombre uno stop in più rispetto le alte luci, ho preferito comunque sottoesporre leggermente (di 1/3 stop)- Lo scatto effettuato in RAW è stato selezionato da una breve raffica in modo da poter ottenere la miglior combinazione di posa dei soggetti. La post produzione è stata realizzata con Lightroom, limitandomi a recuperare 1 stop di esposizione, correggere il bilanciamento del bianco, schiarire ombre e colori scuri compensando il contrasto e ritagliare l’immagine al fine di valorizzare sia il cielo interessante che il riflesso dei soggetti nello specchio d’acqua.”
Ottimo risultato direi!!
Contemporaneamente Carmen, la moglie di Davide, ha scattato col suo cellulare. Sono evidenti qui i limiti del mezzo in questo genere di riprese: non potendo impostare i parametri chiave (tempo di posa in primis), il cavallo di testa risulta leggermente mosso, ma questo a mio avviso contribuisce ad accentuare il senso di potenza e del movimento. Non disponendo di una raffica, il secondo cavallo è leggermente nascosto, e il ritocco fatto direttamente sul cell non è certamente dei più sofisticati. Complimenti tuttavia per il tempismo e la composizione. Esportando il file in Photoshop, si sarebbe potuto “lavorare” sul cielo ottenendo un risultato ancora migliore. Brava Carmen!!