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10 consigli per la food photography

 

In questi ultimi anni l’interesse per il food ha conosciuto una crescita esponenziale. Articoli, blog, eventi, trasmissioni televisive spopolano e i social sono pieni di immagini focalizzate sulla tematica del cibo e della cucina, sia essa tradizionale, creativa, salutista. Purtroppo la qualità delle immagini che accompagnano articoli e post non è sempre eccelsa, col risultato di penalizzare l’appeal dei piatti proposti. Si va dal semplice scatto eseguito col telefonino al ristorante, all’immagine scattata col flash nella cucina di casa.

La food photography è un genere piuttosto complesso, che richiede una conoscenza tecnica di base. Tuttavia non occorrono attrezzature particolarmente costose. Servono una reflex, un obiettivo 50 mm luminoso (possono bastare 500-600 euro per entrambi), un cavalletto, un pannello riflettente, un’illuminatore a led.

Di seguito un decalogo di consigli per fotografare il cibo, seguendo i quali sarà da subito possibile migliorare la qualità delle fotografie che si intendono pubblicare o condividere..

1) Curare l’impiattamento  

La prima regola per una buona fotografia di food è scegliere un soggetto interessante e presentarlo in modo accattivante. Piatti strabordanti di cibo, con tracce di sugo e condimento, non hanno nulla di gradevole e affascinante. E’ fondamentale quindi comporre la scena disponendo le pietanze in maniera ordinata, con un tocco creativo, non mancando di inserire elementi decorativi che rendano il piatto più attraente e appetitoso (una fogliolina di basilico, una spolverata di zucchero a velo, qualche gheriglio di noce, etc.). Non dimentichiamoci che una foto di food ben riuscita deve suscitare in chi la osserva la voglia di assaggiare il manicaretto che stiamo proponendo.

 

2) Creare un’armonia di colori 


In questo genere fotografico, più che in altri, è necessario uno spiccato senso estetico e cromatico. Che colore ha la pietanza? Quali tonalità la esalterebbero? Meglio creare un contrasto o una immagine ton sur ton ? Questo ovviamente dipende dalla sensibilità del fotografo e dal risultato finale che si intende ottenere, ma in ogni caso l’elemento colore deve essere tenuto in grande considerazione.

3) Allestire il set


Se il cibo è il protagonista dello scatto, il corollario non può certo mancare: tovagliette, piattini, piccole ampolle e tutto ciò che contribuisce a creare un effetto visivo piacevole conferendo ricchezza e gradevolezza alla scena nel suo complesso. Attenzione però a non esagerare per evitare l’effetto bazar! Un paio di elementi che siano coerenti tra loro e con la pietanza presentata potranno bastare a rendere perfetta la scenografia.


4) Raccontare una storia

Stoviglie retrò, deliziose tazzine decorate con motivi floreali o moderni piatti squadrati? Dipende dalla situazione che intendiamo ricreare e dalla storia che stiamo raccontando: ogni elemento del nostro set ha un particolare significato e contribuisce a cristallizzare un momento, descrivere una situazione o, come dicono i fotografi professionisti e pubblicitari, a creare il giusto mood.  Avete cucinato un piatto di pizzoccheri? Perchè non rendereli più accattivanti allestendo un set che ricordi una baita di montagna?

 


5) Curare l’inquadratura 

Ed ora che il set è pronto, prepariamoci a scattare. Quale tipo di inquadratura prediligere? Innanzitutto dovremo fare attenzione a riempire fotogramma evitando di lasciare zone “vuote”. Se non stiamo utilizzando fondali artificiali facciamo attenzione allo sfondo affinchè non ci siano elementi di disturbo. Il punto di ripresa migliore è quello a 45°  rispetto al cibo, simulando la posizione da cui naturalmente siamo abituati ad osservare i nostri piatti. Inquadrature dall’alto possono risultare originali, ma spesso tendono a schiacciare la scena ed enfatizzano poco il cibo. Possono tuttavia essere utilizzate per sottolineare gli aspetti grafici di un certo piatto.

 

6) Studiare la luce con attenzione

In fotografia la luce è tutto: attraverso un’illuminazione diffusa, radente o contrastata sarà possibile creare la giusta atmosfera, quella che è  in grado di meglio sottolineare il carattere del piatto. E’ consigliabile ricorrere alla luce naturale, scattando di giorno all’aperto o nei pressi di una finestra. In genere è preferibile una luce morbida e avvolgente che dia prevalenza ai “toni alti”.  La “gabbia di luce” – spesso utilizzata nelle fotografie per riviste – produce un’illuminazione piuttosto “asettica” e innaturale. Un’illuminazione più laterale e direzionale a mio parere conferisce volume e atmosfera alla scena.

 

7) Utilizzare una adeguata attrezzatura tecnica

Gli smartphone sono in grado di produrre ottime immagini, in condizioni semplici, ma la food photography “seria” necessità di attrezzature più complete e versatili. Una reflex entry level – dal costo spesso inferiore ai 500 euro –  è un buon punto di partenza per ottenere risultati soddisfacenti. All’aria aperta con una fonte di luce naturale si può provare a scattare a mano libera, eventualmente alzando un po’ gli ISO per evitare il rischio del mosso. Raccomandiamo tuttavia caldamente l’uso del treppiede: con l’aiuto di un cavalletto, infatti, è possibile ottenere foto ferme e nitide anche in situazioni di luce scarsa. Inoltre utilizzando la funzione “live view” della macchina e impostando l’obiettivo sulla messa a fuoco manuale avremo la possibilità di curare inquadratura e messa a fuco con la massima precisione.  Le mani saranno libere di effettuare piccoli aggiustamenti del set, modificare la posizione della/e fonte/i di illuminazione, posizionare o sorreggere pannelli riflettenti e quant’altro. Le ottiche più indicate per questo genere sono i 50 mm, caratterizzati da un’ottima qualità e luminosità. Sono obiettivi economici che non dovrebbero mai mancare nella borsa del food photographer. Un tubo di prolunga permetterà eventualmente di riprendere dettagli molto ravvicinati (macro). Si tratta di una focale che sul formato APS delle reflex più diffuse produce un leggero ingrandimento, consentendo di operare ad una distanza corretta, senza le deformazioni prospettiche causate da focali grandangolari.



8) Ricorrere alla messa a fuoco selettiva

Non dimentichiamoci che il nostro soggetto è posizionato all’interno del piatto: è opportuno mettere a fuoco la pietanza con attenzione e gestire lo sfuocato degli altri elementi della composizione (set) in base alla situazione da rappresentare  e al nostro personale stile. Il tutto a fuoco è piuttosto noioso e non consente di realizzare un chiaro “stacco” del soggetto, sul quale dovrà cadere l’attenzione dell’osservatore. E’ pertanto consigliabile regolare la macchina su priorità di diaframma (Av) e utilizzare diaframmi aperti (f. 2-2,8-4).


 

9) Dedicare il giusto tempo alla post-produzione

Chi ben comincia è a metà dell’opera e uno scatto già di per sé ben riuscito in partenza è garanzia di un buon risultato finale, tuttavia nella fotografia di food la post-produzione è fondamentale. Il bilanciamento del bianco  ed i valori tonali vanno aggiustati con un programma di fotoritocco, col quale si può inoltre decidere se rendere l’immagine più satura, introdurre una minimo di vignattatura che conduca lo sguardo sul piatto che stiamo presentando, aggiungere luminosità o saturazione in modo localizzato, eliminare riflessi, incrementare lo sfuocato, etc. etc.



10) Dar sfogo alla propria creatività

Anche se siamo naturalmente dotati di senso estetico ed originalità è bene osservare attentamente i lavori dei food photographer più affermati, per alimentare con nuove idee le nostre innate capacità. Non si tratta di copiare, ma semplicemente di immagazzinare informazioni che potranno servirci da spunto nel momento in cui dovremo realizzare un nuovo scatto. Pochi generi fotografici sono soggetti alle mode quanto la fotografia di food: un occhio attento alle tendenze del momento ci aiuterà a restare al passo con i tempi. A tal proposito il social network Pinterest può essere di grandissima utilità per scovare ed “appuntarsi” in bacheca scatti che si ritiene possano essere fonte di ispirazione.


 

NB: questo articolo è stato scritto in collaborazione con Silvia Andreotti, food blogger di Sano con gusto, che ha realizzato queste immagini all’interno delle mura domestiche, servendosi di un’attrezzatura relativamente semplice: una reflex APS Canon dotata di obiettivo a focale fissa 50 mm f.1,8.  Silvia collabora con noi nei workshop di food photography, che consistono in un’intera giornata nella quale alla teoria si affiancano esercitazioni pratiche su set appositamente predisposti  Per info, cliccare qui.

 

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