Dietro lo scatto: alba alla Shwedagon pagoda
Questo scatto è stato realizzato ad agosto, durante il nostro viaggio fotografico in Myanmar.
La visione di questa pagoda ricoperta d’oro alle prime luci dell’alba, tra i canti dei pellegrini, provoca un’emozione assolutamente indescrivibile. Al centro, un gruppo di monache novizie in preghiera. Nell’aria, il volo degli uccelli ed il canto dei pellegrini.
Questo è uno degli esempi con cui è possibile sfatare la convinzione diffusa che un dispositivo di stabilizzazione sia del tutto inutile su un obiettivo grandangolare. Il tempo di scatto di 1/10 (con diaframma 16) sarebbe stato infatti insufficiente a garantire un’immagine perfettamente ferma, anche con soggetti statici e una focale di 16 mm su full frame, se non avessi utilizzato il recente Canon EF 16-35 mm f.4 stabilizzato. In questo caso – anche per il punto di ripresa ravvicinato, non era pensabile aprire il treppiede senza arrecare disturbo, e l’utilizzo di un diaframma relativamente chiuso era d’obbligo per poter estendere il campo nitido dal primo piano allo sfondo. Ancora una volta la luce gioca un ruolo determinante: l’illuminazione laterale radente ha certamente contribuito ad aumentare l’impatto visivo della scena e a descriverne l’atmosfera di venerazione.Canon Eos 5D3, Canon EF 16-35 mm f.4 IS L, 1/10s f.16, 100 ISO