Fotografare nell’ora blu
Immaginate un gruppo di turisti intenti a fotografare il tramonto in riva al mare: tutti con la macchina puntata verso l’orizzonte ad immortalare la palla infuocata che si inabissa: un soggetto banalissimo, che potrebbe essere ripreso nello stesso identico modo in mille luoghi diversi.
Applauso generale e poi fuga precipitosa dalla spiaggia per raggiungere l’albergo e da qui il ristorante……
Niente di più sbagliato: probabilmente il “momento magico” deve ancora venire.
Si definisce “ora blu” quel breve intervallo di tempo (in genere non più di mezz’ora) che intercorre tra il momento del tramonto ed il momento in cui la notte ha il definitivo sopravvento. E’ una luce avvolgente che può assumere tonalità e sfumature rosa, lilla o indaco a seconda del colore che caratterizza la volta celeste per effetto del tramonto: il cielo in pratica si comporta come un pannello riflettente e la proietta sul nostro soggetto.
Le immagini che seguono dimostrano come la luce può cambiare completamente, nel volgere di pochi minuti.
Trattasi del faro di Trafalgar, in Andalusia (Spagna), ripreso dalla spiaggia.
Siamo tornati sulla stessa spiaggia la mattina successiva, all’alba. Nei mesi invernali l’arco seguito dal sole è molto più stretto, ed il punto in cui sorge il sole non si trova all’estremo opposto (180°) rispetto a quello in cui tramonta, come avviene durante il solstizio d’estate. In questo scenario il sole sorgeva sempre dal mare, ma da una posizione più laterale (un centinaio di gradi più ad Est). L’illuminazione laterale, seppur diretta, produce una luce meno violenta ed al tempo stesso molto più plastica e tridimensionale, grazie alla presenza delle ombre.
In conclusione, nell’ora blu si possono realizzare immagini di grande suggestione: il paesaggio tende verso tonalità più fredde rispetto alla caldissima luce che precede il tramonto, ma il cielo mantiene un intensa colorazione metallica, poco prima di divenire completamente nero e illeggibile.
Possiamo approfittare della situazione per dar corso ad efficaci contrapposizioni caldo-freddo (nel paesaggio urbano, ad esempio, con le prime luci artificiali dei lampioni e delle finestre), oppure sfruttare il rapido allungamento dei tempi di posa (dopo il tramonto la luce si riduce considerevolmente) per interessanti effetti di contrapposizione tra il movimento dell’acqua (o delle fronde di un albero mosse dal vento) e gli elementi statici della composizione (rocce, abitazioni, il tronco dell’albero e quant’altro).
Unico inconveniente, bisogna per forza utilizzare il treppiede