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LENTI ADDIZIONALI NISI,

 per macrofotografia occasionale di elevata qualità

 

Come fotografo di paesaggio e reportage di viaggio, sono molto sensibile al contenimento del peso dell’attrezzatura, sia per non superare i limiti sul bagaglio a mano nei voli (8 kg), sia per poter utilizzare uno zaino leggero in caso di escursioni a piedi impegnative. Per tali motivi ho dovuto spesso rinunciare ad uno specifico obiettivo macro nei viaggi,  ricorrendovi solo nell’ambito di uscite dedicate.  

Incuriosito da alcuni recensioni lusinghiere, ho deciso allora di acquistare una lente addizionale NISI di alte prestazioni, per poter effettuare close-up occasionali durante i viaggi, senza sacrifici in termini di peso e portabilità dell’attrezzatura.

Le lenti addizionali rappresentano un’ottima soluzione per compiere i primi passi nel mondo della macrofotografia: poco costose e rapide da utilizzare, si avvitano sull’obiettivo riducendone significativamente la distanza minima di messa a fuoco, al punto da aumentarne il rapporto di ingrandimento. L’obiettivo “macro” che ne risulta tende tuttavia a soffrire di una perdita di qualità ritenuta inaccettabile dai “puristi” delle riprese a distanza ravvicinata. Con una lente addizionale economica, composta da un solo elemento, le immagini perdono nitidezza e sono spesso afflitte da altri difetti ottici (distorsione e aberrazioni cromatiche). Cosa cambia con questo prodotto della NISI?

 Nisi promette:

  • Un vetro ottico di altissima qualità, con doppio elemento ottico apocromatico
  • Il trattamento Multi-Nano Coating® NiSi (NC), idro e oleorepellente
  • La perfetta adattabilità a focali comprese tra 70 e 300mm (i classici “telezoom”)
  • Aberrazioni (Purple/green fringing)  ridotte al minimo
  • La possibilità di adattare la lente ad obiettivi di differente diametro, grazie agli anelli inclusi nella confezione

E’ possibile optare per la lente da 77 mm (anelli 77>67 e 77>72) a 129 € oppure per quella da 58 mm (anelli 58>49 e 58>52) a 75 €

Insieme alla lente, caratterizzata da una robusta e rifinita montatura in metallo, viene fornita un’elegante e pratica custodia circolare antiurto.

Ma quali ingrandimenti si possono ottenere? Io l’ho montata inizialmente sull’ottimo Tamron 70-180 mm f.2,8, un’ottica molto nitida che pur fermandosi a 180 mm costa, ingombra e pesa la metà dell’originale Sony FE 70-200 mm f.2,8 GM, senza compromessi qualitativi.

70 mm in modalità AF, SENZA lente addizionale, alla minima distanza di messa a fuoco

70 mm SENZA lente addizionale e con messa a fuoco manuale, che mediante lo spostamento di alcune lenti consente di raggiungere il rapporto di ingrandimento di 1:3. Da notare che le aberrazioni introdotte rendono l’immagine accettabile solo nell’area centrale dell’inquadratura

70-180 mm utilizzato a 180 mm a f.2,8 con lente addizionale NISI (rapporto 1:1,5 circa). Si può notare una perdita di nitidezza ai bordi, ma al centro e nella regione mediana la qualità è adeguata. Questa lente dunque non è adatta alla riproduzione di soggetti piani, ma offre prestazioni molto buone nelle riprese macro all’aria aperta, nelle quali i margini dell’inquadratura risulterebbero comunque fuori fuoco

A titolo di paragone, l’immagine sopra è stata scattata col formidabile Sigma APO Macro 150 mm f.2,8, che raggiunge il rapporto 1:1, mentre quella sottostante è stata scattata avvitando sul Sigma la lente NISI, per aumentare ulteriormente l’ingrandimento, fino a 2:1

Abbinata ad un macro di qualità, ottimizzato per le distanze ravvicinate, la qualità ai bordi si mantiene molto elevata. Un grande risultato

Se le prove “a tavolino” sembrano evidenziare qualche prevedibile limite della configurazione zoom + lente, le riprese effettuate sul campo mi hanno invece pienamente convinto della bontà del prodotto. Vediamo alcuni esempi, ciascuno seguito dal relativo “crop”

crop 100%

crop 100%

crop 100%

crop 100%

crop 100%

Da notare che utilizzando la lente addizionale su un tele-zoom (focali raccomandate da 70 a 300 mm) il rapporto di ingrandimento cambia al variare della focale impostata, mentre gli aggiustamenti della messa a fuoco si fanno agendo sulla relativa ghiera, oppure spostando in avanti e indietro rispetto al soggetto il gruppo macchina-obiettivo. Con un set di tubi di prolunga, invece, il rapporto di ingrandimento viene modificato adottando differenti combinazioni dei tubi.

Vediamo in sintesi i vantaggi e gli svantaggi della soluzione NISI:

PRO:

  • Costo contenuto, inferiore a quello di un set di tubi di prolunga e molto inferiore a quello di un obiettivo macro specifico.
  • Velocità e praticità di utilizzo
  • Nessuna perdita di luminosità (un tubo di prolunga comporta una perdita di luminosità proporzionale al rapporto di ingrandimento, fino a 2 stop per ingrandimenti 1:1).
  • Peso di poco superiore ai 200 gr.
  • Qualità ottica molto buona, chiudendo un po’ il diaframma dell’ottica nativa

CONTRO

  • Consigliato solo su ottiche di lunghezza focale medio-tele (da 70 a 300 mm)
  • Leggero decadimento ottico ai bordi (tuttavia quasi impercettibile se si chiude il diaframma di un paio di valori)
  • Peso e ingombro comunque superiori a quello di lenti addizionali più economiche (con un solo elemento ottico)

 

A CHI PUO’ SERVIRE

  • A chi vuole viaggiare leggero senza rinunciare alla qualità
  • A chi si avventura occasionalmente nel mondo della macrofotografia, e non è disposto a investire nell’acquisto di un’ottica specialistica
  • A chi vuole aumentare il rapporto massimo di ingrandimento del macro già in dotazione

crop 100%

Vediamo infine alcuni consigli per chi intende cimentarsi per la prima volta nelle riprese a distanza ravvicinata (macro):

  1. In macrofotografia l’autofocus è inutile, dovete operare con la macchina montata su cavalletto e mettere a fuoco manualmente ingrandendo col live view
  2. Ogni piccolo movimento risulta amplificato, tanto più quanto l’ingrandimento è elevato, un po’ come accade quando si utilizza un potente teleobiettivo. Ne consegue che non è possibile fotografare a mano libera senza rischio di mosso (è necessario un buon treppiede) e non si può fotografare in natura se non in assenza di vento.
  3. La Profondità di Campo è di pochi millimetri, anche adottando diaframmi relativamente chiusi
  4. Chiudere il diaframma molto (f.16-f.22) aumenta di qualche mm la PdC, ma penalizza la resa ottica dell’obiettivo, per effetto della “diffrazione”. La perdita di qualità inizia a farsi sentire con diaframmi più chiusi di f.11 (full frame), f.8 (APS), f.5,6 (micro 4/3).
  5. Come conseguenza del punto 4), la maggior parte dei macrofotografi “seri” utilizza la tecnica del “focus stacking”, che consiste nello scattare più fotografie (fino a 20 ed oltre) con il diaframma più nitido disponibile (in genere f.4-5,6), spostando la messa a fuoco di pochissimo tra uno scatto e l’altro, mediante il ricorso ad una slitta micrometrica. I diversi scatti vengono poi uniti digitalmente con Photoshop o appositi programmi (e. Helicon focus).

 

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